C'è un terreno comune molto importante tra la pratica spirituale e l'arte. Infatti si può dire che la pratica spirituale è l'arte suprema. Così come abbiamo la musica, la pittura, la poesia e diverse forme di arte, ognuna delle quali ha un mezzo specifico, la pratica spirituale è un'arte nella quale il mezzo è semplicemente la vita in sé.

Si può trasformare la propria vita in un'opera d'arte? Anche in questa affermazione o domanda c'è una sorta di paradosso. Un artista è, possiamo dire, qualcuno che trasforma un pezzo di pietra in una statua. Ma la sensazione dell'artista  nel trasformare la pietra in una statua è di non farlo completamente da solo. Lui o lei sono in qualche modo ispirati. Quando un artista guarda il pezzo di pietra, gli arriva una specie di visione. Quando il pittore si trova di fronte alla sua tela, a quel punto non sa esattamente a cosa somiglierà la sua opera. Non è come produrre dispositivi in una fabbrica. C'è, come si dice, un processo creativo in atto. E nel processo creativo, l'artista non ha il pieno controllo di ciò che accade. Non sono solo i colori e la tela il materiale per la produzione di un'opera d'arte, ma l'artista stesso è uno dei materiali, oltre a  qualcosa di più potente dell'individuo che emerge.  E la sensazione di essere ispirati in questo modo non è esattamente la sensazione di impegnare il proprio talento o la propria abilità. Sicuramente l'artista ha talento e abilità, ma c'è qualcosa che si esprime attraverso di lui o lei.
Non sono bravo nel dipingere o scolpire o in altre cose del genere, ma ogni tanto scrivo poesie. In un'occasione sono stato ad un ritiro in solitudine per dieci giorni, forse una settimana, non ricordo. Sono andato in una casetta molto isolata dove sono stato in ritiro e ho fatto molta pratica. Non potevo prevedere che avrei iniziato a scrivere poesie. Improvvisamente ne sono arrivate una marea. Mi svegliavo alle tre del mattino con un sonetto completamente formato nella mia testa e tutto ciò che dovevo fare era scriverlo. Da dove veniva? Lo dico per illustrare come si diventa veicoli di qualche potere o influenza, o "musa", o comunque vogliate chiamarlo, che non si sente come un sé, ma che agisce attraverso il sé, sopra il sè o che è in relazione con il sé. 
Anche produrre un podcast è un po' così. Se inizio a sforzarmi e a pensare: "Devo produrre un podcast per dopodomani" e voglio produrre un podcast perfetto, non funziona. In qualche modo devo arrendermi al processo. Comincio qualcosa, sapendo che ciò che farò per  primo sarà carente, inadeguato. E poi lo lascio. Poi dormo, poi mi sveglio e poi produco qualcosa, ed...eccolo!
La pratica spirituale, qualsiasi forma prenda, a qualsiasi religione appartenga, qualsiasi metodo segua, che sia buddista, che sia tibetana o giapponese o Zen o della Terra Pura o Sadhana o qualsiasi altra, rispetta questo potere. Implica una sorta di resa, ma non è un arrendersi passivo, perchè ci deve anche essere un impegno diligente. Si diventa il bravo servitore di quel potere che fluisce attraverso. 
La pratica spirituale è l'arte di vivere, un'arte vivente. Non produce una statua statica, la figura di pietra canta e danza. Il potere per cui lo fa è qualcosa per cui dovremmo avere il massimo rispetto. E nella Terra Pura esprimiamo quel rispetto come Namo Amida Bu. 
Namo Amida Bu
Grazie mille!
Dharmavidya
David

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