Facendo seguito ai miei due ultimi podcast vorrei dire che l'obiettivo in questo tipo di vita spirituale, non è quello di non fare esperienza del dolore. L'obiettivo, se possiamo chiamarlo così, è emergere dal calvario, qualunque sia, come persona saggia, gentile, più umile e di fede. E perché accada, deve esserci un certo processo di apprendimento. Non sto parlando del tipo di apprendimento derivante dai libri.

Dunque il cuore, l'intuizione, l'anima devono imparare. Ora, e penso per tutti noi, quando abbiamo delle difficoltà, un certo tipo di apprendimento comincia. Ma troppo spesso l'apprendimento non raggiunge davvero il compimento. E la ragione per cui non raggiunge il completamento è perchè ci distrae. Siamo distratti da esso dall'urgenza pressante di sfuggire il dolore. Quindi siamo inclini ad uscire da questa situazione, ad afferrare un'istantanea, ma non duratura, soluzione di qualche tipo.
Ecco perchè le persone che hanno che hanno avuto una delusione amorosa abbastanza spesso passano subito ad un'altra relazione, che potrebbe essere altrettanto se non più inadeguata di quella dalla quale sono usciti.
Ecco perchè, inoltre, per esempio una persona che biasima la propria infelicità sul posto in cui vive, e che fa un grande sforzo per trovare una nuova casa, ci riesce e trasloca, ma spesso è infelice nel nuovo posto così come lo era nel vecchio.
Ecco perché, ancora, la persona che si sente circondata da oppositori e nemici e che ricorre a risposte oneste per disfarsi di loro e, forse, castra e distrugge tutti i suoi nemici, poi si trova in una nuova situazione, si guarda intorno e trova che ci sono proprio tanti nemici quanti ce n'erano prima; e forse i nuovi nemici sono più potenti, più minacciosi, più letali di quelli con i quali aveva a che fare prima.
Questa routine dell'esistenza è chiamata samsara.
Dunque, non evitate il dolore. Dukka arriva. Ecco com'è. Ma c'è un apprendimento, e il genere di saggezza che impariamo in questo processo è paradossale, nel senso che si fonda sulla consapevolezza della nostra propria stupidità, della nostra stessa complicità. Quando abbiamo ridotto la nostra vita ad un pasticcio, abbiamo invariabilmente giocato un ruolo nell'intera sequenza di noi stessi. Quindi l'apprendimento che viene, deve essere inevitabilmente con la contrizione. E' un'esperienza di umiltà, ed è per questo che dukka è la porta di ingresso per il Sentiero. Questo è il significato, fondamentalmente, del Nobile Ottuplice Sentiero.
Se possiamo conoscere la sofferenza in modo che ci permetta di imparare, e di imparare profondamente, e di maturare, di entrare nell'intero processo come una persona matura, allora dukka, la sofferenza, ci metterà di certo sul sentiero.
Ma per farlo si devono mantenere i nervi saldi. Si deve resistere all'impulso di afferrare un sollievo immediato, in qualsiasi forma sembra arrivare. E la fede che ci permette di mantenere i nervi saldi in quel modo è l'assistenza che riceviamo, la grazia dei Budda. Questo è Namo Amida Bu.
Namo Amida Bu
Grazie mille!
Dharmavidya
David
  

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