Tutti noi indossiamo maschere in questi giorni per proteggere noi stessi e gli altri dalla trasmissione del virus. In questo podcast vorrei parlare delle maschere psicologiche.

Possiamo forse essere d'accordo, sul fatto che spesso mettiamo una maschera psicologica per far fronte alle richieste di questa o quella situazione sociale. Se si ha l'idea che la persona abbia un vero sè, si può rapidamente giungere alla conclusione che  sarebbe l'ideale per le persone lasciar cadere le loro maschere per apparire esattamente "così come sono veramente". La psicoterapia e la pratica spirituale potrebbero poi essere viste come percorsi per arrivare a tale completa autorivelazione, vera espressione di sè, e così via.
Ma prima di saltare a tale conclusione, dovremmo soffermarci a considerare alcune osservazioni. Talvolta indossare una maschera può essere un'esperienza liberatoria. Indossare la maschera ha permesso a Giulietta di conoscere Romeo, quando non sarebbe stato permesso altrimenti. Talvolta indossare una maschera permette di eseguire un compito.
Anche se vivo da solo, la mia sensazione di me stesso non è la stessa quando faccio giardinaggio o segando la legna da ardere, di quando sto scrivendo o registrando un podcast.
Il buddismo è noto per il domandarsi se l'idea del "vero sè" può essere valida. L'ideale buddista non è preoccuparsi del sé.
Nel terzo capitolo del suo famoso lavoro Shantideva dice:
Possa io essere un guardiano per coloro che non hanno protezione;
Una guida per coloro che viaggiano sulla strada;
Per coloro che vogliono attraversare l'acqua, possa io essere una barca, una zattera o un ponte;
Possa io essere un isola per coloro che desiderano la terra;
Una lampada per chi desidera la luce;
Per coloro che hanno bisogno di un luogo per riposare, possa io essere un letto;
Per coloro che hanno bisogno di un servitore, possa io essere il loro schiavo.
Si potrebbe leggerlo come: "Possa io mettere qualsiasi maschera sia necessaria affinchè il lavoro sia compiuto", e qui il lavoro è salvare gli esseri senzienti.
Quando indossiamo la maschera in questo periodo di coronavirus, il proposito è più per l'interesse degli altri che per il nostro. La prima funzione della maschera è di fermare il virus che potrei avere e che potrei diffondere ad altri. Questa è sicuramente una buona metafora per la primaria virtù buddista dell'auto contenimento.
Tutti noi abbiamo il virus dell'avidità, dell'odio e dell'illusione, ed il nostro compito principale è mettere una maschera per limitarne la diffusione. Questa maschera è spesso un semplice contenimento. 
All'inizio del Dammapada, il Budda raccomanda: non avidità, non odio, non illusione. In altre parole: moderazione. Creare una barriera che impedisca di diffondere la propria infezione può essere il primo passo importante.
Quando diciamo: Innumerevoli sono gli esseri senzienti, faccio il voto di salvarli tutti, fosse possiamo chiarirlo dicendo: Faccio il voto di salvarli tutti da me stesso. Faccio il voto di salvarli dalla contaminazione che ho sparso finora in lungo e in largo.
Il Sentiero inizia con la contrizione.
E' sempre sicuro togliersi la maschera? Forse bisogna solo avere una maschera diversa a seconda della situazione. In questo periodo di coronavirus abbiamo imparato ad indossare una maschera e a prendere una certa distanza per proteggere gli altri. Questa lezione può essere estesa anche alla nostra vita spirituale.
Ci sono molti tipi di maschera, ognuna ha la sua valenza e il suo uso. Ognuna filtra una diversa malattia, un differente virus se volete. Molte pratiche buddiste possono essere considerate maschere diverse che filtrano diversi tipi di illusione. Alcune filtrano l'orgoglio, alcune l'autocompiacimento, alcune l'ostilità, alcune il cinismo, alcune il risentimento. A seconda dell'infezione può essere necessaria una maschera appropriata.
Per quelli così sfortunati da essere afflitti da tutte queste malattie, tutte allo stesso tempo, l'unica risorsa, l'unica maschera che funziona è il nembutsu. Questa è la maschera che filtra tutte le diverse infezioni spirituali, tutte allo stesso tempo.
Namo Amida Bu
Grazie mille!
Dharmavidya
David

You need to be a member of David Brazier at La Ville au Roi (Eleusis) to add comments!

Join David Brazier at La Ville au Roi (Eleusis)

Email me when people reply –