Alcune cose su Amida Shu: Shu è  la parola giapponese che significa sia insegnamento che scuola. (nel senso di scuola di pensiero). Dunque il buddismo Zen si divide in Soto-shu, Rinzai-shu e Obaku-shu; inoltre in Giappone il buddismo della Terra Pura si divide in Jodo-shu, Shin-shu ed altri gruppi minori.

Amida Shu è una scuola di nembutsu occidentale, abbiamo preso il nome Amida Shu quando abbiamo visitato il tempio Anrakuji in Giappone. Lì, durante una discussione con il prete, abbiamo notato che i giapponesi si riferivano a noi con il termine Amida-shu, così l’abbiamo tenuto.

L’origine dell’Amida Shu risale agli anni ’90. Una parte del nostro gruppo era interessata al buddismo impegnato. Siamo stati ispirati dal libro di Sister Chang Kong dal titolo “Learning true love” (imparare il vero amore), nel quale descrive i suoi tentativi di mettere in pratica i principi buddisti in Vietnam.

Nell’arco della mia vita sono stato profondamente preoccupato per la guerra e l’oppressione, per ciò che chiamiamo gentilmente “azione umanitaria”, sebbene gli uomini spesso non agiscono realmente in quel modo.

Nell’ispirazione religiosa che ho avuto sin dall’infanzia ho sempre trovato questa incompatibilità tra teoria e pratica dolorosamente inquietante.

Amida Shu: così, all’inizio abbiamo tentato di creare un gruppo di interesse per il buddismo impegnato, ma l’interesse non era abbastanza. Perché fosse reale occorreva azione. Infine ci siamo ispirati al Budda Amida che, come il bodisatva Dharmakara, fece i voti per fondare una Terra Pura in occidente. Nel buddismo cinese “occidente” significa India, dove Shakyamuni aveva vissuto ed insegnato, ma noi abbiamo usato la frase per indicare l’occidente in senso moderno.

Eravamo interessati ad applicare l’etica buddista nella società. Avevamo anche riconosciuto che questa era una via a doppio senso, che mettere in pratica azioni compassionevoli è anche un modo di imparare per il praticante. E’ confrontando ed essendo coinvolti in azioni pratiche che si impara la compassione. E’ impegnandosi a comprendere i reali processi sociali che si impara l’originazione dipendente, la condizionalità. Va bene parlare di compassione incondizionata, ma la prova reale è avere compassione sia per la vittima che per il colpevole nel mondo, e di capire inoltre ciò che sta succedendo in modo pieno e profondo.

Abbiamo visto che c’era una spiacevole separazione tra fede e azione. Ci sono persone coinvolte nell’azione che hanno poca fede e che tendono ad esaurirsi o ad amareggiarsi; dall’altra parte ci sono persone di fede che si ritirano nella pratica dello sviluppo personale, siedono sui loro cuscini ma non fanno molto. Noi volevamo andare oltre questa separazione e permettere realmente alla nostra fede di essere il muscolo della nostra azione, e allo stesso tempo permettere all’arena delle nostre attività di essere la scuola per la nostra fede. La formazione buddista avrebbe poi avuto una reale conseguenza su corpo, parola e mente. Sarebbe stata pratica e anche spirituale, insieme come unità.

Lo stile del Buddismo della Terra Pura ha la grande grazia di riconoscere le condizioni delle persone ordinarie, pur mantenendo l’ispirazione e la benedizione del Budda amorevole. Possiede entrambe. Si può essere sicuri nella propria fede pur essendo degli imperfetti, fallaci mortali. Questo significa che non vi dovete illuminare  per essere utili. Significa che si possono fare errori ed imparare da essi senza incorrere nel giudizio. Fornisce la base per la compassione universale, perché siamo tutti sulla stessa barca. Si può scoprire di avere dentro di se un George Floyd, un Donald Trump oltre a molti altri personaggi. Questo dà alla fede un sapore semplice. Spazza via ogni tendenza ad atteggiarsi a: “più santo di te”. Siamo tutti bombu, esseri ordinari, che chiedono a gran voce la Terra Pura.

Namo Amida Bu

Grazie mille!

Dharmavidya

David

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