Tradotto da Angela Romani

Penso sia stato C. G. Jung a coniare il termine "crisi di mezza età". Questo si trova nella sua idea di "tipi psicologici". Jung ha sviluppato una tipologia di personalità o di funzioni psicologiche, che erano basate su quattro stili differenti. Forse ricordate che Sensei Joshin Althouse recentemente ci ha parlato di un sistema buddista basato sulla tipologia di cinque stili diversi. Non sono tanto i dettagli precisi dell'inizio e della fine di uno stile e  come si differenzia da un altro, il punto critico. L'idea sottolineata è quella utile.

Jung ragionava sul fatto che come noi attraversiamo l'adolescenza ed entriamo nella vita adulta, dobbiamo sviluppare un modo di rapportarci con le difficoltà, con il mondo condizionato intorno a noi. Sviluppiamo uno stile che funziona. Per alcune persone lo stile è più intellettuale, per alcune è più emotivo, alcune sono più orientate all'attività, altre sono più socievoli, simpatiche. Ci sono diversi modi di avanzare nel mondo.

Ognuno di questi implica lo sviluppo di alcuni aspetti del proprio talento naturale. Poiché siamo di base delle creature un po' pigre, quando abbiamo trovato un metodo che funziona non ci sforziamo molto di usare altre facoltà delle quali facciamo meno uso. Se puoi tirare avanti essendo socievole, perché lavorare sodo? Se puoi cavartela con delle buone idee, perché sviluppare le tue emozioni?....e così via.

Quindi, questo significa che spesso, nel mezzo della vita, raggiungiamo uno stadio in cui abbiamo avuto un discreto successo, ci siamo adattati al mondo sociale, ma grossi pezzi di noi stessi restano sottosviluppati. La persona molto emotiva forse non ha sviluppato la sua facoltà intellettuale; la persona molto attiva, fa molte cose, potrebbe non avere sviluppato le sue qualità sociali altrettanto bene,......e così via.

Jung sentiva che questo significava che (il suo modo di porlo era che): le facoltà non sviluppate venivano spinte nell'ombra. Esse andavano a finire nella parte inconscia della personalità.

Comunque, quando si arriva ad una certa età, si realizza, ed inizia a diventare più pressante, che la vita non dura per sempre e che è rimasto solo un tempo limitato. Stando così le cose, le parti della personalità che si sono fatte da parte o hanno dato da precedenza per permettere ad altre parti della personalità di risplendere, iniziano ad agitarsi. Iniziano a dire: "Quand'è il nostro turno?", "Quando arriva la nostra occasione"

Così, spesso, intorno a metà della vita, c'è una sorta di rivoluzione nella personalità. Le parti in ombra si affermano, escono allo scoperto e improvvisamente le cose che sembravano ovvie non lo sono più. La personalità cambia, c'è una svolta. Tutto questo in uno sforzo della personalità di raggiungere il suo pieno sviluppo, della psiche di raggiunge uno stato di completezza, che Jung chiamava individuazione, che il buddismo potrebbe chiamare Completamento del Mandala, o qualcosa del genere.

Quindi, crisi di mezza età, il periodo in cui il lato di noi stessi che è rimasto relativamente dormiente si manifesta e cose nuove diventano possibili, nuove costellazioni, nuove azioni, nuove strade.

Un periodo interessante! A volte l'uomo d'affari getta tutto e va a Tahiti e inizia a dipingere quadri. Ebbene, questa è la crisi di mezza età.

Namo Amida Bu

Grazie mille.

Dharmavidya

David

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