Nell'ultimo podcast ho fatto un esempio della mente errante, che è passata dall'immagine del togliere carta da parati a quella di cavalcare un grande cavallo nero tra le montagne. Questa è l'azione della mente attraverso i suoi processi di associazione, libera associazione, documentata nell'Abhidharma (2500 anni fa) come uno dei modi in cui la mente è condizionata. Questo è il comportamento naturale della mente.

Questo è molto diverso dall'attuale idea popolare della "mindfulness" come qualcosa di deliberata, non giudicante attenzione al "qui ed ora". Nel mio esempio le associazioni erano non deliberate, spontanee. Non riguardavano il "qui ed ora", provenivano dalle reminiscenze di molti anni fa, immagini di accadimenti lontani nel tempo. Non era il "qui ed ora", era il "lì e poi". Era giudicante? Beh, certamente un po' si, perchè le cose su cui la mente divaga hanno un valore. Qualche volta cose che si temono, ma di certo cose sulle quali si ha un'opinione. Ad un certo punto sono stato un bambino felice, in un altro il padre orgoglioso, in un altro il coscienzioso assistente sociale, in un altro punto l'entusiasta cavallerizzo. C'è un elemento giudicante in ognuno di questi sentimenti.
Quindi, è sbagliato? Direste che è la cosa sbagliata da fare?
Taluni sostenitori della mindfulness in senso moderno direbbero di si.
Ma io suggerisco che, se siamo nell'affare della riduzione-dello-stress, come è di solito venduta la mindfulness, allora le libere associazioni che attraversano la mente possono essere una via più efficace dell'esercizio deliberato per ridurre lo stress, perché si tratta della mente naturale; la  mente ritorna al suo stato naturale. Questo è molto vicino all'ideale taoista. Quando permettiamo alla mente di essere naturale, essa è come la mente del bambino. Come la mente del bambino che gioca. Io la chiamo mente giocosa.
Quindi oggi vi consiglio la mente giocosa, date spazio alla vostra mente. Questo è, in molti modi, fonte di creatività. La creatività viene molto di più fuori dall'immaginazione che da un atto deliberato. Naturalmente immaginazione e deliberazione cooperano. Quando si delibera su una questione o un problema, e forse si arriva ad un punto morto, si dovrebbe retrocedere e dare alla mente un po' di spazio, darle del tempo per giocare; e quando la mente giocosa è attiva, molto spesso gli dei arrivano e danno una mano; e qualcosa di nuovo, qualche nuova angolazione, qualcosa di mai immaginato prima, improvvisamente appare alla vista. In questo modo, spesso, quello che sembrava un problema insormontabile si risolve, e ci si libera da quello che sembrava essere un vicolo cieco o una prigione.
Nel buddismo diciamo che siamo interessati alla liberazione della mente. Coltivare la mente giocosa ne è un elemento. Lo consiglio.
Namo Amida Bu
Grazie mille
Dharmavidya
David

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