Nella vita spirituale o, si potrebbe dire, nella vita della filosofia, si è incoraggiati a riflettere su se stessi. “Conosci te stesso” è il fondamento della tradizione filosofica occidentale. Si potrebbe pensare che anche nel buddismo guardare internamente ed esaminare la natura della propria vita interiore dovrebbe essere centrale. Ma cosa posso dire davvero su me stesso? Cosa posso sapere con certezza? E’ molto difficile conoscere se stessi, perché si è nel fluire dell’essere. Ci si può davvero mettere da parte dal proprio essere, dal proprio fare se lo si sta ancora facendo? Forse non così facilmente.

Potrei dire generalmente che sono una persona onesta, anche se non sotto tutti gli aspetti. Sincera, ma non sempre, in assoluto. Fedele, si, ma, di nuovo, non sempre. Così è. Siamo umani. Siamo esseri con vite complesse.

Spesso ci sono conflitti nella nostra mente. Onestà e prudenza possono spesso entrare in conflitto. Si può essere frugali, io sono abbastanza frugale ma non così tanto. Poi ci sono momenti in cui è meglio essere profusi, essere prodighi. Lo spirito di generosità è qualcosa che si può mettere sull’altare maggiore e onorare, eppure ci sono momenti in cui è meglio trattenersi.

La questione della moderazione, di non portare nulla all’estremo, è in sé una virtù. Sono contrario all’arroganza. Gli esseri umani non sono dei. Vogliamo essere padroni nell’universo, padroni delle  nostre vite, padroni del giusto principio. E’ una presunzione. La vita non è così. Ogni cosa ha le sue eccezioni e, naturalmente, ogni cosa finisce. Qualunque cosa in cui riponiamo il nostro cuore non durerà per sempre. Potremmo fare un esperimento con la nostra vita, è una buona cosa da fare. Ci impegniamo, ci innamoriamo di qualcosa. Ma l’amore porta sempre con se le sue delusioni. C’è sempre una parte di cuore infranto. La vera prova è: cosa fai dopo? La prova non è: hai una formula con la quale evitare sempre la sofferenza del cuore infranto? La prova è: cosa farai dopo l’avvenuta delusione? Diventerai amareggiato? Distaccato? Negativo? E diffidente? O rinascerai ad una nuova vitalità, un nuovo apprezzamento della natura multidimensionale della vita dove nulla ha un solo aspetto, dove tutto è sfaccettato? E potrai apprezzare la bellezza di questo?

Per me questa è la prova. La vita non è l’opposto della morte. Vita e morte sono essenzialmente la stessa cosa. Dogen disse: se potete apprezzare che la vita e la morte sono la stessa cosa, di cosa dovreste avere paura? Le cose che noi consideriamo opposte sono spesso due lati della stessa medaglia. Una piena e completa accettazione della vita umana, così com’è, è rara. Come buddisti della Terra Pura, questo è ciò che onoriamo, perché questo è il carattere di Amida Buddha. Amida Buddha è la grande accettazione. Possiamo avere fede in questo e questa fede può darci la gioia e l’agio di cui parla il Buddha.

Grazie mille!

Namo Amida Bu

Dharmavidya

David

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