Non abbiamo avuto un ritiro meraviglioso? Così, molte persone si stanno chiedendo come procedere a partire da questo, come....

"Cosa dovrei fare per me stesso?"
"Cosa posso fare per il Sanga?"
"Cosa posso fare per il mondo?"
Queste tre domande sono strettamente correlate. Si potrebbe iniziare con una di loro.
Se si inizia con "Cosa posso fare per il mondo", ci si potrebbe sentire imbarazzati, sopraffatti. Oppure ci si potrebbe lanciare nel diventare un pacificatore, o un'assistente sociale, si potrebbe entrare in un'organizzazione, o unirsi ad altri e creare un progetto, o semplicemente uscire con un termos di tè caldo e sedersi accanto ad un senzatetto sotto il ponte per chiacchierare. C'è sempre qualcosa che si può fare. Nel Bodi Retreat abbiamo visto e sentito meravigliosi esempi di lavoro eroico per correggere alcuni dei torti nel mondo. Talvolta le cose sono possibili. Abbiamo anche ascoltato come piccoli atti quotidiani possono avere un effetto spropositato. Tutti noi contribuiamo a creare la cultura del Darma. Il vestito del Budda è fatto di gentilezza e saggezza. Noi indossiamo questi vestiti ogni volta che rivolgiamo la nostra mente al Darma. Il nembutsu è come il mezzo che tesse quel vestito.
Se si inizia con la domanda "Cosa posso fare per il Sanga", di nuovo, ci si può chiedere come iniziare. Oppure si potrebbe soltanto prendere il telefono, o whatsapp o l'email ed iniziare a mettersi in contatto, magari con chi si conosce, e domandare: "Cosa si può fare? Cosa possiamo fare insieme? Cosa stanno facendo altri? Possiamo aiutare?". L'esito di tale impegno può essere la formazione di piccoli gruppi. Si potrebbe avere un progetto, come studiare insieme, organizzare un evento o un programma, o potrebbero semplicemente esserci gruppi in amici che condividono tra loro, sviluppano un supporto reciproco e praticano insieme. Ancora, il cemento che unisce questi gruppi insieme in un Sanga è il nembutsu. Ed è perchè tutti noi, in un modo o nell'altro, volgiamo la mente al Budda e al Darma, che c'è la base per la nostra connessione e cooperazione, anche se abbiamo diverse personalità, e quando ci riuniamo in tale contesto impariamo molto. Tutte quelle differenze diventano un contributo per una meravigliosa alchimia.
Naturalmente, in principio, tutti possiamo iniziare con la terza domanda: "Cosa posso fare per me stesso?". A dire il vero, se si è onesti, questa può essere la più travolgente di tutte! Talvolta riparare il mondo sembra una piccola cosa in confronto all'enorme sfida di fare qualcosa per se stessi. Infatti c'è una reale sensazione che è praticamente impossibile fare qualcosa per se stessi, perchè l'ego è così sottile che è soggetto a corrompere qualunque sforzo si faccia. E più ci si preoccupa se "sto facendo le cose per bene", più si peggiora.
Quindi, in questa dimensione, il nembutsu è tutto. Non possiamo farcela da soli, ma possiamo avere fiducia che l'abitudine di rivolgerci al Budda e al Darma farà il lavoro per noi. Si tratta di affidare noi stessi ad un processo misterioso.
Riunirsi per il grande ritiro è stata una meravigliosa esperienza e molti di noi hanno fatto dei passi, che forse ci hanno sorpreso. C'era, forse, una nuova volontà, un'apertura a rischiare o ad andare verso gli altri, unirsi, dove prima si sarebbe stati più circospetti. Questo è tutto merito del rifugio. E' un tale duro lavoro mettersi in salvo  in questo mondo, che quando si ha una possibilità di trovare un posto sicuro (un rifugio) i miracoli diventano possibili.
Quindi, ora preghiamo che il miracolo continui e quella preghiera, che apre il nostro cuore, è il Namo Amida Bu.
Grazie mille.
Namo Amida Bu
Dharmavidya
David

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