Vorrei dire qualcosa su GAN. Gan è una parola giapponese di solito tradotta come voto. Così abbiamo il voto del bodhisattva. Può anche essere tradotta come preghiera o aspirazione. Quindi il massimo gan è gan ga sa butsu: faccio il voto di diventare Budda, questo verso appare nel tan butsu ge.

Ora, nel buddismo della Terra Pura c’è la sensazione che diventerete probabilmente dei Budda tramite l’influsso di un altro Budda. Bisogna essere in presenza del Budda per diventare un Budda. E’ un po’ come un pezzo di ferro che viene magnetizzato da un altro pezzo di ferro che, a sua volta, è già un magnete. Questa presenza è molto importante e, ovviamente, si trasmette alla nostra pratica:  essere in presenza di un maestro, partecipare agli insegnamenti, andare ai ritiri e così via. Tutto questo è un modo di essere “in presenza”.

Ovviamente la cosa migliore è essere in presenza del Budda Amida. Noi aspiriamo,  facciamo il voto, preghiamo per nascere in presenza del Budda Amida, nella Terra pura del Budda Amida. Questo gan è il nembutsu: Namo Amida Bu. “Aspiro di nascere in presenza del Budda Amida”. E cercando di vivere questo gan, cerchiamo di trasformare ogni elemento della vita in una situazione che ci permetta di accedere alla presenza di Amida.

Nella vita, nella vita ordinaria, ci sono molti tipi di voto, molti tipi di preghiera. Molte delle preghiere che le persone fanno, non sono affatto elevate come la preghiera per divenire un Budda. Potremmo pregare per la salute, potremmo pregare per la ricchezza e la felicità. Alcune persone potrebbero anche pregare per la morte dei loro nemici ed altre cose che potrebbero non essere affatto salutari.

La vita è spesso regolata da voti impliciti. Molti dei problemi psicologici delle persone sono dovuti ad una sorta di voto implicito fatto in un certo momento della vita, forse un voto affinché quella o quell’altra cosa non accadano mai più nella loro vita, forse un voto per vendicarsi dei loro nemici, o altro. Quindi le persone vivono queste aspirazioni, queste intenzioni che spesso sono state costruite in momenti di crisi della loro vita. Qualcosa di terribile è successo e fanno il voto che non sarebbe accaduto mai più. Forse non lo fanno consapevolmente, ma è lì, nella loro mente. 

Quindi, il voto del bodhisattva, il voto del praticante spirituale, sostituisce il voto meno salutare preesistente. Nel fare il voto del bodhisattva si pongono le condizioni che infine sconfiggono la condizionalità esistente. Chiodo schiaccia chiodo.

I voti occupano un posto importante nella pratica buddista. Tradizionalmente abbiamo il voto del bodhisattva:

Per quanto numerosi possano essere gli esseri senzienti, faccio il voto di salvarli tutti.

Per quanti insegnamenti possano esserci, faccio il voto di governarli tutti.

Questo è il voto di essere incondizionati nelle proprie azioni. Il voto è una sorta di condizione, ma è una condizione che sconfigge la condizionalità. Ed il voto più grande è gan ga sa botsu! Un giorno sarò un Budda! E, perché ciò avvenga, devo portare Amida nella mia vita. Quindi: Namo Amida Bu, Namo Amida Bu!

Grazie mille!

Dharmavidya

David

You need to be a member of David Brazier (Eleusis) to add comments!

Join David Brazier (Eleusis)

Email me when people reply –