Sono stato vicino alla morte in diverse occasioni e ne ho attraversato la soglia un paio di volte. La morte….la morte non è un nemico. Non è un nemico, è un’amica. Qualcosa a cui dedicare attenzione. Questo atteggiamento è il vero spirito del buddismo. Nasce dall’esperienza o viene trasmesso da coloro che sanno. L’unico grande evento è il momento di transizione nella morte. Non è ripetibile, è qualcosa di molto diverso dal resto della vita.

Quindi, la morte è qualcosa da tenere vicina. Tenetela a portata di mano come una buona amica. Chi tiene a portata di mano la morte con reverente apprezzamento, non considera più le vicissitudini della vita come se avessero un significato ultimo.

Così penserete di questo mondo fugace:

Una stella del mattino, una bolla nel ruscello,

Un fantasma, un sogno.

com’è detto nel Sutra del Diamante.

Certo c’è dukkha, i gruppi si sciolgono, i propri cari possono morire, ci sono conflitti, ci sono fallimenti e complicazioni. Certo, possiamo in qualche modo diminuire le complicazioni, si può scegliere una vita semplice, ciò che chiamiamo rinuncia e che ha una sua beatitudine, ma la vera beatitudine viene dal rendersi conto della natura dell’impermanenza, dal sapere che la morte è un’amica.  Se la morte è un’amica allora si può essere amici di altre persone in questa vita visto che tutti andiamo verso lo stesso punto e il praticante della Terra Pura sa che il punto è la luce di Amida. Potremmo avere conflitti e problemi, ma non dovremmo prenderli troppo sul serio. Sono solo onde sulla superficie che si infrangono in poco tempo. I nostri legami e le nostre differenze in questa vita sono solo dei preliminari. Quando abbiamo reverenza verso la morte vediamo che questa telenovela non è poi così importante.

Se vi trovate vicino ad un morente, non è vostro compito aiutarlo. Quando avete l’atteggiamento: ”Aiuterò questa povera persona che sta morendo”, siete in errore, perché questo porta con sé  ed implica il denigrare la morte e la sua qualità sacra.

Il tempo trascorso con un morente è un momento di intimità con chi è più vicino al Grande Momento di noi. E’ il tempo dell’umiltà. Una persona morente è sacra!

La gente dice che la morte è naturale, ma, sapete, nel senso importante che la morte è super-naturale. E’ più che ordinaria. La morte va oltre ciò che è ordinario. Quando si è vicini alla morte o alla morte di qualcun altro, si è più vicini al sacro, più vicini a ciò che va oltre a ciò che è solamente naturale. La morte è un gioiello prezioso. E’ qui che si lasciano andare il corpo e la mente! La pratica è essere morti prima di morire. Se possiamo incontrare tutte le circostanze della vita con questo spirito, tutto diventa sacro. Lo splendore della Luce Infinita oltre la morte  è solo la densità di un tessuto che scompare. La vicinanza della morte rende quel tessuto traslucido, così la luce inonda questo mondo.

Quindi, riverite chi sta morendo e anche chi è già trapassato. Sono loro che ci aiutano. Essi sono in contatto con la Luce Infinita.  Amida li tiene tra le braccia. Possiamo chiedere loro aiuto o consiglio. Possiamo chiedere loro di essere con noi nello spirito. Avremo sempre una risposta in un modo o nell’altro.

Quando una persona  sta morendo, le auguriamo buon viaggio e ci sentiamo benedetti di essere stati con lei in questo momento sacro, quando l’oscurità si apre e tutto diventa chiaro.

Grazie mille!

Namo Amida Bu

Dharmavidya

David

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