Nella scuola buddista tibetana il maestro è chiamato “lama”. Nella parola “lama”, “la” significa alto, migliore, “ma”, come in molte lingue, significa madre. Quindi il lama è la  madre migliore. Questa idea, che il maestro, idealmente anche il Budda, è come una madre, è molto diffusa nel buddismo. La compassione dei Budda è come il sentimento della madre per un figlio.

Ricordo che, quando ero piccolo, i miei genitori mi portarono a vivere a Cipro. Ero figlio unico e mia madre era sola con me, poiché non c’erano molti altri inglesi. Quando avevo solo tre anni mia madre decise che sarebbe stata una buona idea per me frequentare la scuola del convento locale. Apparentemente (non ne ho un ricordo diretto), mi portò a scuola e rimase lì a parlare con la suora che mi avrebbe accompagnato nell’edificio alla quale mi affidò, suor Kevin. Io scoppiai a piangere, piansi amaramente, ma mia madre, con fermezza, si allontanò, si mise dietro una siepe vicina guardandomi da lontano. Apparentemente, non appena lei fu al di fuori dalla mia vista, le mie lacrime si fermarono ed iniziai ad interessarmi al nuovo mondo, nel quale ero entrato, suor Kevin mi prese per mano e mi condusse nell’edificio, stavo bene. Mia madre, ovviamente, fu molto sollevata nel vedere che tutto andava bene.

Naturalmente questo è un sentimento comune ed una difficoltà che si incontra. La madre sente una grande tenerezza per il figlio e, quando il bambino piange ed è angosciato, la madre vuole solo confortarlo; ma, al tempo stesso, la madre sa che talvolta è meglio essere forti e lasciare che il bambino vada avanti nel mondo e non essere troppo protettiva.

La stessa cosa accade nella relazione tra il maestro spirituale e il discepolo. Il maestro vuole proteggere e far crescere il discepolo, ma sa anche che, affinché il discepolo cresca, qualche volta deve affrontare queste situazioni, nelle quali c’è angoscia o una sfida, o una difficoltà, e devi farti forza e gestire le emozioni che scaturiscono.

Quindi, questa è la posizione del Lama, la madre migliore. La madre migliore non è colei che  necessariamente asseconda le emozioni del bambino; naturalmente le condizioni nelle quali l’emozione sorge, possono cambiare velocemente come è successo a me: non appena mia madre era al di fuori dalla vista, una mentalità completamente diversa si sovrappose ed esploravo ora il nuovo mondo.

Tutti noi speriamo che, coloro verso i quali siamo responsabili, esplorino nuovi mondi, che crescano, si sviluppino e acquisiscano cose nuove. Nel nostro Global Sangha vediamo persone che si assumono responsabilità, organizzano cose, vanno avanti, risolvono le difficoltà che sorgono. Questa è una cosa meravigliosa. Tutti noi ci prendiamo cura profondamente l’uno dell’altro, come le madri per i propri figli.

Grazie mille!

Namo Amida Bu

Dharmavidya

David

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