In uno dei nostri servizi incontriamo le parole: “Ci sono esseri con un po’ di polvere negli occhi, che si stanno sprecando per non aver udito il Dharma. Ci saranno coloro che lo comprenderanno”. Nell’ascoltare queste parole alcuni di noi penseranno: “Spero di essere tra coloro che hanno poca polvere negli occhi, spero di essere tra coloro che capiranno”. Ma, ovviamente, se guardiamo più attentamente, ci rendiamo conto che non abbiamo solo polvere, ma un intero carico di terra, poiché viviamo in un mondo di illusione.

Non molti di noi sono disposti a rinunciare a tutto per il Dharma, rinunciare alla casa, alla famiglia, ai figli, al partner, al denaro, al lavoro, ai beni, a tutto. Il Buddha chiamava alcune persone a questo tipo di vita. Erano chiamati bhikkhus. Accettavano quella sorte, quella parte. La parola bhikkhu significa: “chi accetta la propria parte”. Così andavano, chiedevano l’elemosina, le persone donavano e loro accettavano ciò veniva loro offerto. Se nessuno metteva un’offerta nella loro ciotola, beh, avrebbero sofferto la fame quel giorno. Questo è un modo di avvicinarsi al Dharma: rinunciare a tutto, in modo molto concreto. E’ chiamato essere un monaco con il corpo. “Sei un monaco con il corpo o con la mente?” chiese un grande maestro al suo discepolo.

Bene, noi persone moderne, per lo più non siamo disposti a rinunciare a tanto. Siamo ancora attaccati a moltissime cose e viviamo in questo mondo condizionato. Abbiamo bisogno di un Dharma che si adatti a quella che possiamo chiamare vita ordinaria. Possiamo rinunciare a certe cose, possiamo vivere una vita più semplice, possiamo non avere una televisione ad esempio, ma fondamentalmente continuiamo a vivere in un mondo di guadagno e perdita, e di tutti gli alti e bassi che costituiscono la vita ordinaria.

Quindi, quando siamo in questo tipo di vita, non ha molto senso fingere di di vivere in monastero. Probabilmente andreste a creare solo problemi alle persone intorno a voi. Se cercate di avere una disciplina monastica lavorando dalle 9 alle 17, o forse dalle 8 alle 19 oggigiorno, per poi fare tutte le altre cose come accompagnare gli adolescenti nelle loro 1000 diverse attività, ecc. non è pratico. Per questa ragione, la via della Terra Pura, nella quale si porta nel cuore la fede nella grazia e nell’aiuto dei Buddha, è del tutto  adattabile alla vita limitata dalle circostanze. La via della Terra Pura è stata creata per le persone che vivevano in una società feudale, che non avevano scelta. Non avevano la possibilità di rinunciare a tutto. Non era consentito. Avrebbero perso la testa, nel vero senso della parola, se ci avessero provato.

Quindi il sentiero della fede è un percorso nel quale regna una sorta di diversa semplicità. La semplicità della mente. Una semplicità che recide le complesse e stressanti difficoltà della frenetica vita moderna. Se si riesce a mantenere questo tipo di fede nel bel mezzo dei problemi che si incontrano in un giorno ordinario come pagare i conti, fare la spesa, preparare i pasti, accudire i figli, lavorare (se in tutto ciò si può mantenere la fede) il nembutsu può essere lì in ogni momento, anche se si è seduti in ufficio o si sta lavorando in fabbrica, o guidando, qualunque cosa, il nembutsu può starci vicino. Questo è shinjin, uno dei caratteri cinesi che mostra una persona accanto ad una parola.

信 = 人 + 言

Queste parole sono Namo Amida Bu.

Grazie mille

Namo Amida Bu

Dharmavidya

David

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